Se vogliamo vivere nell’abbondanza, dobbiamo tollerare di sostare un pò nella povertà.Se vogliamo essere liberi, dobbiamo imparare a cogliere il senso alto dei nostri drammi interiori, sentire già il profumo delle benedizioni che hanno in serbo per noi. L’Amore è già di per sé tutto e la presunzione che sia perfetto, è attaccamento, un tentativo di colmare un vuoto che, in realtà, è già pieno di colori se cambiamo prospettiva. Quel vuoto o quel bisogno di amore sono dell’Ego che non sa, per sua natura, cosa può attenderlo e, pertanto, ne è spaventato. Per raggiungerlo, dobbiamo imparare e lasciar fluire, abbandonarci alla corrente della Vita che tutto sa, che ha profonda consapevolezza di tutto soprattutto di ciò che più ci addolora.Se lo accettassimo, se non lo scotomizzassimo, se non lo rifiutassimo, se non gli ponessimo resistenza, se lo vivessimo soltanto, tutto passerebbe più velocemente.E se non passasse, non importa. Perché quella povertà emotiva che spesso sentiamo è, anch’essa parte di quell’abbondanza al quale bramiamo, una tessera preziosa del mosaico, un sassolino tra i tanti del meraviglioso mandala che siamo.Quello che autenticamente siamo, già esiste. Solo che non lo vediamo.Quello che disperatamente cerchiamo, ci sta già cercando da tempo.Ciò che vogliamo diventare, è già dentro di noi. Così dentro come fuori, così sopra come sotto.Se vogliamo l’abbondanza, dobbiamo prendercela. È ovunque. È per tutti. Possiamo averla sempre, non occorre cercarla.Anche se crediamo di non averne o, peggio, di non meritarcela.
Marika Lovecchio, Psicologa e Naturopata infantile
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