Negli ultimi decenni, gli stili di vita sono enormemente mutati, inseguito alle numerose innovazioni scientifiche, al massiccio uso della tecnologia nel nostro quotidiano, alle diverse composizioni familiari che hanno trasformato completamente i rapporti interpersonali. Bauman, sociologo e filosofo polacco, ha definito la società attuale -“liquida”- esprimendo chiaramente quanto la vita sociale e individuale sia oggi caratterizzata da strutture sempre più fragili, vacillanti, appunto “liquide” che aprono all'incertezza e, come contro risposta, alla frenesia. Tutto sembra debba placarsi in fretta, risolto subito. Sembra sempre più difficile so-stare nell'esperienza. Questa modalità, la possiamo osservare anche nella medicina che si fa sempre più consumistica, nel tentativo di sopprimere il più velocemente possibile il sintomo per provocarne la sua scomparsa quindi, non la sua guarigione che, molto spesso, è solo momentanea. Ad esserne sempre più coinvolti, sono i bambini poichè gli adulti di riferimento necessitano di annullare in breve tempo i loro sintomi, per alleviare l’ansia che da essi è generata. Il rischio però è quello di creare quadri patologici recidivanti, fin dalla tenera età, fino ad arrivare alla cronicizzazione. Esiste però un modo diverso di prendersi cura dei bambini, ovvero quello di sentire secondo natura, ponendo al centro il bambino e non il suo sintomo. La naturopatia è un sistema di pensiero, di vita che respinge la visione riduzionistica e organicistica; una disciplina interdisciplinare e multidisciplinare. Aveva visto grande diffusione nei primi anni del Novecento, ma poi con l’avvento della chimica e dell’uso dei farmaci di sintesi, perse di popolarità recuperata poi verso gli anni Settanta, quando sempre più crebbe l’attenzione sulla relazione mente-corpo. In sintesi, la naturopatia, abbraccia una visione globale dell’essere umano, facendo luce sulla sua vera essenza che è multiforme e facendosi promotrice di uno stato di salute che è possibile solo se soddisfiamo i nostri bisogni autentici. Seguendo questa direzione, è possibile affermare che il più alto interesse della naturopatia infantile, è quello di liberare la capacità reattiva (“la vis matrix naturae”), ovvero quella dell’autoguarigione della persona, bambino o adulto che sia. Il naturopata infantile non vuole soffocare il sintomo, ma al contrario, lasciarlo esprimere, cercando di risalire amorevolmente alle sue cause che sono sempre disarmonie energetico-funzionali. Quando si ostacola il naturale fluire delle forze dell’intelligenza innata del nostro essere, si blocca l’equilibrio vitale. Il naturopata infantile, non si occupa della fase acuta della malattia del bambino, non intende, pertanto, sostituirsi al medico, piuttosto affiancarlo nella cronicità del disturbo. La motivazione principale, che spinge i genitori alla consulenza naturopatica, può essere la preoccupazione di non sentirsi all’altezza per la pronta risoluzione del disagio che colpisce il proprio bambino. Altre volte invece, le funzioni genitoriali possono essere momentaneamente affievolite e sarà necessario dar loro sostegno, così che la madre e il padre possano recuperare la loro sensibilità innata. L’intervento del naturopata agisce al fine di ripristinare ciò che si è interrotto. Si tratta di ricreare una situazione di appagamento di una richiesta dapprima non ascoltata. Il campo di azione è a livello emozionale del bambino e non mentale. Per queste ragioni, il naturopata infantile ha una solida formazione sull’essere umano, conosce i modi e i tempi della crescita, dalla vita prenatale all’età adulta. Sa leggere e interpretare i ritmi individuali del bambino, utilizza l’osservazione e la tecnica dell’ascolto, lasciandosi condurre, sul piano delle emozioni, dall’empatia, dal cuore. I bambini stessi, nella loro semplicità, ci insegnano e ci svelano cose che non eravamo più in grado di vedere. Occorre soltanto fermarsi ed ascoltare loro e, prima ancora, noi stessi.
Marika Lovecchio Psicologa e Naturopata infantile
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