Abbi compassione per la tua tristezza. Anche lei, ha il suo essere. Lascia che si manifesti: abbraccialo. Siediti insieme a lei, accarezzala, porgile una mano. Mostrati amichevole. Non c’è nulla di sbagliato nella tristezza e nulla va in profondità come lei. Arriva fino alle ossa, spazzando via ogni riferimento.Non temere però perché nient’altro ti condurrà nella tua essenza più autentica e vera. Quello con lei, è come un viaggio, di quelli in cui ti è data la possibilità di guardare fuori dal finestrino e di perderti in infiniti paesaggi. In quegli scenari ci sei tu, la tua storia e tutto quello che di te ancora non sapevi, non conoscevi. Certe cose, vengono rivelate solo in uno stato di tristezza perché nella crisi c’è possibilità, c’è creatività, i progetti possono essere riscritti, i colori modificato o cambiati. Apre agli interrogativi, genera una tensione che si contrappone alla staticità del conosciuto.Non cedere mai alla tentazione delle certezze: i dubbi aiutano a liberarci dall’onnipotenza per renderci più umili.Sii paziente con la tua tristezza, sii amorevolmente paziente e pian piano sentirai la gioia sorgere dal tuo cuore, fonte inesauribile di Vita che si può celebrare, godere solo se si è stati autenticamente tristi, disperati, infelici.Affronta la vita e poi… confrontala. Ci sono e ci saranno momenti difficili, ma poi un giorno ne comprenderai il senso e affermerai che erano necessari, indispensabili. Mentre li si attraversa, ci si sente persi e disperati, ma poi ti sentirai maggiormente integrato e saldo. Le radici affonderanno con forza nella terra, sempre un po' di più. Senza le tempeste di vento, gli alberi non avrebbero trovato il loro centro.
Marika Lovecchio, Psicologa e Naturopata Infantile
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